Quando gli spiriti accarezzarono il mondo
Della religione scintoista mi piacciono i Kami, quelle entità straordinarie che vanno dagli spiriti ancestrali a quelli delle montagne, dagli spiriti dei fiumi a quelli delle risaie. Un tempo si credeva che questi esseri soprannaturali dimorassero un po’ ovunque, ed ecco quindi lo spirito della cascata, dell’erba o del cinghiale.
Mi piace pensare alle anime gentili e aggressive dei Kami, forse perché ognuno di noi ha un po’ di “nigi-mitama” e “ara-mitama” nel sangue. Altre volte penso alla Dea del sole “Amaterasu”; da bambina mi piaceva la luce, non il buio. In fondo, mi dico, sono sempre stata affascinata dai bruchi, dalle farfalle e dalle falene.
Nel pantheon Jucaghiro (gruppo etnico della Siberia Orientale) troviamo una folla di spiriti, ciascuno con un luogo e animale. Ci sono i custodi, le madri e i padri. E ancora i Signori della acque dolci, il Signore dei mari e i grandi Signori della natura. Più in alto di tutti c’è la divinità suprema, chiamata Pon. In primavera, non appena si rompe il ghiaccio, le donne gettano in acqua delle margherite come dono per i figli della Signora del fiume e si rivolgono a lei: “Madre acqua, dacci nutrimento! Conduci noi senza ostacoli sulla tua superficie. Questo accogli come giocattoli per i tuoi figli!”
Trovo bellezza nella semplicità.
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Grazie a Wim Wenders, oggi conosco il fotografo Sebastião Salgado. Nelle sue foto possiamo ammirare l’orrore e la magnificenza di questo mondo.
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Imprigionare l’Estate
Consigli per la pressatura
A volte mi piace raccogliere fiori di campo e “imprigionarli” in qualche libro o rivista. Diciamo che una regola fondamentale è quella di non pressare mai i vegetali umidi, sia perché ammuffiscono con facilità, sia perché l’acqua rende lungo il processo di essiccazione. Non è consigliabile far passare troppo tempo dalla raccolta a quello della pressatura. I fiori vanno puliti e inseriti tra fogli assorbenti. Se i vegetali sono ricchi di linfa, la carta va cambiata dopo qualche giorno.
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