Cittadino Orson

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C’era una volta un tizio di nome Orson…

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Già da bambino intreccia parole e versi davanti a un pubblico in visibilio,  nonostante la separazione dei genitori, si butta tra le braccia di artisti e giocolieri. Ad un certo punto Beatrice, la madre, muore e il povero Orson si ritrova a girovagare tra spettacoli e magie. Vere magie. Quando anche il padre lo lascia, il nostro eroe, ormai quindicenne, studia grazie all’aiuto di un amico. Tuttavia abbandona Harvard e parte alla volta dell’Irlanda. Spinto da una sete di avventura e da “presunte” doti artistiche, si spinge fino alle isole Aran, per poi vendere il mulo, fedele compagno di viaggio. Quando arriva a Londra, per cimentarsi nel teatro inglese, viene rispedito a casa. Insomma Orson è un tizio che non riesce a portare a termine nulla! Eppure, negli anni trenta, quelli del novecento per capirci, è considerato un prodigio! Ha 20 anni.

Orson+Welles+Early+Career

Un giorno il nostro amico ha un’idea, una di quelle idee che cambiano la vita, ma chissà se ne è consapevole. Ad ogni modo, nel lontano 1934 mette in scena il Macbeth, e sul palco di Broadway, al posto di tre streghe, ci finiscono 40 stregoni vudù. Nel frattempo, mentre prepara altre trasposizioni teatrali, corre su e giù per le strade della città, con un’auto a sirene spiegate, per arrivare in tempo al secondo lavoro: la radio.

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Qui, nel 1939 fa impazzire i telefoni americani, per un’ora, con una finta invasione aliena, quella di Wells. Alle prime battute qualcuno pensa ad uno scherzo, ma il sadico Orson ci mette del suo, alternando il racconto con urla, gemiti e lunghi silenzi. E il silenzio fa più paura delle parole. Il giorno dopo si scusa dinanzi ai giornalisti, proclamando la sua innocenza: “Era solo una lettura, non volevo terrorizzare nessuno!”

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Come in tutte le storie che si rispettano, per uno strano scherzo del destino, al giovane Orson viene data un’altra opportunità. Dal giorno alla notte Hollywood lo accoglie tra le sue braccia! Così, dopo essersi cimentato nei giochi di prestigio, nella pittura e soprattutto nel teatro, si lancia, e senza paracadute, nel grande, spettacolare ed immenso CINEMA!

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Alle costole, però, ha saltimbanco, mangia_Danaro e ciarlatani, i quali gli negano ogni opportunità di creare! Cuore di tenebra? Lasciamolo ai futuri cineasti, e Coppola ringrazia! Come per Macbeth e la trasposizione radiofonica della guerra dei mondi, un bel giorno, ma non così a caso, se ne esce con “Citizen Kane” (il cittadino Kane, conosciuto da noi come “Quarto potere”). La sceneggiatura prende spunto dalla vera storia di un magnate della stampa, un gigantesco Paperon dei Paperoni in caduta libera.

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Il nostro eroe non sa che questo film influenzerà le generazioni future, quelle dei cineasti per intenderci, e non sa che la sua fottuta arroganza lo annienterà a soli 26 anni. No, il nostro eroe non ne è a conoscenza. Crea immagini mozzafiato che oggi sfuggono ai più. Se guardate attentamente, scoprirete un mondo inesplorato di simboli, lunghe sequenze date da una sola inquadratura (piano sequenza), profondità di campo, giochi di luci ed ombre, flashback, uso fluente della cinepresa, personaggi che spariscono mano a mano che si sviluppa la trama. Sì, Orson reinventa le regole. Gli attori fino a quel momento sono stati gli assoluti protagonisti della scena, ma in Citizen  Kane il gioco cambia.
E sebbene Kane pronuncia prima di morire “Rosabella” (Rosebund) – ed è questa la chiave del film, dove tutti vorrebbero sapere chi o cosa sia Rosebund -, in pochi sanno che nessuno può aver udito quella parola, perché Kane si spegne da solo.

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E Orson coglie l’ipocrisia, il potere, la decadenza, la solitudine dell’essere umano. Sottolinea la falsità giocando lui stesso con le contraddizioni, dove tutto sembra importante, ma neppure Kane, in fondo, lo è. Le storie cambiano a seconda di chi le racconta e alla fine della pellicola non riusciamo a capire dove inizia l’uomo e finisce l’inganno, forse proviamo una grande pena, forse non la proviamo affatto. Rosebund è il simbolo dell’infanzia negata, ma è anche una truffa, un espediente da prestigiatori!

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Al nostro eroe viene riconosciuta la genialità, ma quando Hearst, il magnate della stampa, si identifica in Kane, quello che vede non gli piace. E Orson finisce nel libro nero di Hollywood, lo additano, lo prendono di mira: omosessuale! Comunista!

Citizen Kane è un fiasco. Orson Welles si ritrova, nel giro di poco tempo, dalle stelle alle stalle. Il nostro eroe si getta in produzioni altrui per poter realizzare le sue creazioni. E quel mondo ipocrita che lo ha osteggiato oggi lo riconosce come il più grande cineasta di tutti i tempi!

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Sì Orson è un Don Chisciotte moderno e la sua storia termina qui. O forse non terminerà mai.

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Ho cominciato dalla cima e mi sono fatto strada verso il fondo.

 La parola genio fu sussurrata nel mio orecchio mentre ancora piangevo nella culla, così non mi è mai venuto in mente che non lo fossi fino alla mezza età!

Ho una personalità sfortunata. (spiacevole,inopportuna, sfavorevole).  

 Ho la terribile sensazione che, poiché porto una barba bianca e sto seduto in fondo al teatro, voi vi aspettiate che io vi dica la verità sulle cose. Questi sono i posti economici, non il Monte Sinai.

 Orson Welles

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