Super post – flusso di coscienza

Quando inizio un post esito sempre. La mia bacheca su Facebook ricorda il mio primo blog. Scrivevo ogni giorno, anche più volte al giorno, qualcosa. In verità, all’epoca scrivevo poco e male, e non che adesso… Comunicavo con le immagini. Su WordPress, invece, entro in punta di piedi.

Ho da poco terminato una storia d’amore, il continuo di “Racconto Gotico”. Dei tre libri pubblicati su Amazon, “Al tempo dei lupi” è quello più fantasy-horror, mentre “Alla ricerca di Agata”, il meno letto ma anche il più bello (il mio preferito), è un giallo. Entrare nelle vite di James e di Alice è stato come fare un tuffo nel passato (Racconto Gotico lo scrissi quasi dieci anni fa). Alice è la più “imbranata e ironica” dei miei personaggi. Ancora oggi, a distanza di due anni dalla pubblicazione, ci sono persone che mi scrivono chiedendomi “il seguito”. Non so se sono brava a scrivere racconti, voglio dire, lo saprei se riscuotessi successo (scusate se rido), tuttavia sono consapevole che mi piacciono i dialoghi. Da ragazzina amavo Agatha Christie. Il dialogo è la cosa più importante in una pellicola e la maggior parte dei miei dialoghi sono tratti dalla vita reale: lavoro, amicizie, conoscenze, letture, esperienze… Mi annoiano i film e i libri d’amore, voglio dire, mi piacciono solo quelli dove c’è una tizia o un tizio che soffre le pene dell’inferno, che si strugge (ah che parola!) o dove muore qualcuno. Sono un po’ strana, credo, per colpa di un paio di bermuda grigie e di una poesia di Edgar Allan Poe: “Annabel Lee”. Sono nata in carne, e ho un passato di bambina timida, bullizzata, chiusa, asociale (i miei insegnanti, dalle elementari alle medie, scrivevano “Asociale” sulle pagelline, questo vocabolo mi ha etichettata e influenzata per il resto della vita). Un giorno, avrò avuto 13, 14 anni, Anna e Serena suonarono alla porta, chiedendomi di scendere per mangiare un gelato. Ero praticamente esplosa. Le tette spuntavano da sotto la maglietta e le gambe scoppiavano dentro a dei maledetti bermuda da uomo. Non sono mai stata grassa… ero piuttosto robusta! Insomma, morale della favola, le due signorinelle, in compagnia di due ragazzotti, si divertirono a farmi battute sulla mia ciccia. Sapete, gli anni passano, ma io sono ancora lì. Bloccata. A volte, quando parlo di un’offesa o di una molestia ricevuta, c’è sempre qualcuna, giuro che è così, che commenta: “Non lo avrei permesso” O “Mi sono sempre difesa”. Anche mia madre rispondeva: “Difenditi!” o “Sono sciocchezze”. Sarà per questo che mi chiudo a riccio. Ad ogni modo, pur essendo figlia di una madre che amava i western, i film di guerra e di un “militare”, ho sempre detestato la “forza” e la volgarità. Agli occhi della mia famiglia ero “l’elefante” di casa, quella che odiava mettersi in costume al mare. Ed era inutile, credetemi, convincerli del contrario. Non ho mai sognato di diventare una principessa, il mio unico pensiero era: sopravvivere. Avevo 13 anni, quando un professore mi palpò una tetta davanti ad un compagno di scuola. Riuscii a togliergli la mano dal seno e l’insegnante mi mise un insufficiente. Tutti si aspettavano che prendessi un brutto voto, meno che venissi molestata. Da quel giorno il mio compagno di classe non mi rivolse più la parola. Non so se le brutte storie ci migliorino o rendano forti, so che ne ho troppe sulle spalle. Mi salvò la letteratura. Lì, incontravo donne coraggiose, uomini eleganti, fiabe in cui mi ci ritrovavo. Non ho mai visto la Sirenetta di Andersen come le mie amiche femministe. Ho sempre pensato che una creatura (uomo o donna, maschio o femmina) quando ama è disposta a tutto. E poi arrivarono Edgar e i suoi racconti, e quella poesia così struggente.

 … Annabel Lee,
e così, per tutta la notte, giaccio a fianco
del mio amore: il mio amore, la mia vita,
la mia sposa, nella sua tomba, là vicino al mare,
nel suo sepolcro, sulla sponda del mare.

Da Annabel Lee di Edgar Allan Poe

E poi arrivò Shakespeare con il suo sonetto 116

Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai

Shakespeare

E poi arrivarono Gatsby e Jane Eyre. E poi, arrivò lui, Bradbury, il mago dei sogni

– Abbiamo passato insieme dei bei momenti, vero? Le nostre chiacchierate quotidiane erano qualcosa di speciale. C’è una frase abusata in proposito “l’incontro di due spiriti” – Helen rigirò fra le mani la busta azzurra. – Ho sempre saputo che la qualità dell’amore viene dallo spirito, anche se il corpo a volte si rifiuta di ammetterlo. Il corpo vive per conto suo, vive per cibarsi e aspettare la notte. E’ essenzialmente notturno. La mente invece, William, è nata nel sole, e passa gran parte della vita sveglia e all’erta. Si può trovare un equilibrio tra il corpo, pietosa ed egoista creatura della notte, e l’intelletto, fatto per una vita solare e attiva? Non lo so. Ma so che quando la sua mente e la mia si sono incontrate, i nostri pomeriggi in giardino si sono trasformati in qualcosa di unico. (…) Lei è nato troppo presto o troppo tardi, chi sa. Non c’è stato un tempismo, fra noi. Ma forse è la punizione che mi merito per essere stata una sciocca ragazza. Comunque, la prossima volta gli ingranaggi potrebbero funzionare meglio. Nel frattempo lei deve trovarsi una brava ragazza, sposarsi ed essere felice. Ma deve promettermi una cosa.-

– Qualunque cosa. –

– Deve promettermi di non diventare troppo vecchio, William. Se per lei va bene, cerchi di morire prima dei cinquant’anni. Non è semplice, lo so, ma le chiedo di provarci perché non possiamo sapere quando nascerà un’altra Helen Loomis. Sarebbe spaventoso se lei diventasse vecchio decrepito e un pomeriggio del 1999, camminando per Main Street, mi vedesse sull’angolo, età ventun anni… Sarebbe tutto squilibrato di nuovo, non crede? E non potremmo permetterci un’altra serie di pomeriggi come questi, perché sono stati unici e mille litri di tè e cinquecento biscotti bastano per un’amicizia. Quindi, deve farsi venire una polmonite nell’arco di vent’anni; capisce, non so per quanto tempo mi lasceranno aspettare dall’altra parte. Forse mi reincarneranno immediatamente, ma io farò del mio meglio, William, mi creda. E se riusciremo a equilibrare le cose, sa che succederà?”

– Me lo dica. –

– Un pomeriggio del 1985 o del 1990 un giovanotto di nome Tom Smith o John Green farà una passeggiata in centro e si fermerà al drugstore per ordinare un gelato speciale. Una ragazza della stessa età, seduta lì vicino, a sentire quell’insolita richiesta avrà una strana sensazione. Non so dire quale, ma neanche lei e il giovanotto lo sapranno. Solo che il nome del gelato sembrerà bello a tutti e due; si metteranno a chiacchierare, e dopo un po’, fatta conoscenza, usciranno dal drugstore”.

Da L’estate incantata di Ray Douglas Bradbury

Oddio, mi dicevo, che illuminazione! Che stringimento di cuore. Io che, fino a quel momento, avevo letto le biografie di Bathory e Wilde, di Christie e Van Gogh. Io che, fino a quel momento, mi ero persa tra omicidi e letteratura gotica. WoW, l’amore. E bla bla bla. Love story, ad ogni modo, non l’ho mai sopportato, al massimo mi è capitato di innamorarmi perdutamente della persona sbagliata, nel momento sbagliato. Da ragazzetta pensavo di essere asessuata, in verità ero innamorata dell’amore. Forse, mi dico, lo sono anche adesso. Per quanto sia al secondo matrimonio e abbia, soprattutto per lavoro, frequentato una marea di persone, sono sempre stata un’imbranata cronica. A guardarmi parlare non si direbbe. La prossima volta che incontrerete una o uno dalla risata nervosa pensate a me. Quando le mie amiche femministe sostengono che l’uomo e la donna hanno la stessa testa, rimango in sospettoso silenzio. A dire il vero, come contabile, ho sempre incontrato gente piuttosto noiosa, soprattutto maschi. E poi ci sono le eccezioni.

***

Ogni cosa acquista un senso, ma quel senso non può esserci senza studio, conoscenza, esperienza e passione. Guardando alcuni dipinti, scorgo solo un bel disegno; leggendo un buon libro, noto una storia scritta bene; osservando una fotografia, vedo soltanto la sua nitidezza. Se non mi credete pensate ai ghostwriter o le immagini stock del caso. Non mi sono mai schierata a riguardo. Ho visto “un buon occhio” diventare la copia di un altro “buon occhio”, una pagina di un blog trasformarsi in un altro blog (fotografie, nomi, sfondo, tematiche, formato, testi). Ho sempre “lavorato” per me, non per gli altri. Mi piace spiegare, cose come quelle sopra o scrivere il tipo di macchina fotografica utilizzata, per fare entrare chi legge nel mio mondo. I siti, i blog, le fotografie, le ricerche, i saggi andati a male, la scrittura orribile, le gif animate, i commenti con miriadi di virgole e parentesi, i post strampalati… hanno la mia firma. Avrei potuto, quando si usava un certo tipo di html, riprodurre alcuni siti, eseguire scatti uguali ad altri, sviluppare idee o articoli di altri. Non ho mai copiato e non ho mai compreso questa voglia di appartenenza. Sono e rimango il mio giudice più severo.

Non mi sono mai piaciute le bandiere, gli schieramenti, i gruppi. E non ho mai sopportato chi critica osservando da lontano. Pur amando, a modo mio, gli esseri umani, non comprendo chi non guarda mai la televisione o chi non canticchia una canzonetta, chi non cambia idea, chi è in malafede, chi mette zizzania, chi scrive cose poche carine sul tuo conto e sugli altri, chi spettegola con tutti, chi non vede il lato buono di un essere umano, di una spiritualità, di una ricerca, di una religione, di un politico. Ho sempre diviso le persone dalla loro “arte”, l’individuo dalla professione. Ho sempre inseguito il meglio, ho sempre detto in faccia, con educazione, quello che pensavo e penso (qualcuno non sarebbe d’accordo, ma quel qualcuno – mi – disse e raccontò di peggio). Non amo chi non sa perdonare (fatti GRAVI a parte). Infine, ed è tutto legato, non ho mai compreso gli estremisti, i pessimisti e gli ottimisti. Non mi piacciono le etichette e chi ti etichetta. Non mi piacciono le persone che non sanno accettare le scuse e che si vantano, anche dinanzi ad una morte, di non esserne capaci.

***

Mi scuso per il mio oceano di parole e per i proverbi.

Sono tante le cose che ho visto, letto, vissuto quest’anno. Ho perfino preso un altro attestato on line, che non serve ad un piffero, di erboristeria. A me dispiace, legandomi al discorso fatto sopra, che ci siano persone che non vedono di buon occhio certi studi, ricerche, gruppi. Che per alcune mele marce si faccia di tutta l’erba un fascio. Per chi non mi conoscesse, sono Animista, da secoli, leggo fiabe, leggende, storie, biografie… Ho fotografato siti archeologici, storici e come una mia amica, che non pensavo fosse così “bella”, ho fatto molti passi indietro per lasciare posto a chi era ed è più bravo e competente di me. Come avrete notato, sono dispersiva.

Sono Animista, Agnostica, Apolitica, Pagana, Figlia della New Age, se fossi nata in un’altra epoca mi avrebbero chiamata Strega. Non sono e sarò mai “religiosa”*, tuttavia mi affascinano le vite e le leggende sui santi, soprattutto sante.

*Potrei cambiare idea 😉 .

Tra le tante cose belle, vi lascio alcuni link e consigli di lettura. Per i libri, tornerò sull’argomento.

Ho acquistato un “Cross Stitch Pattern” per realizzare questo ricamo, che ovviamente sarà pronto a Natale (sono tutta rovescia) su:

https://www.etsy.com/it/shop/LittleStitcherShop

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Dopo aver visto l’intervista di Luciana Percovich, ho letto un suo libro. La storia dell’umanità mi ha sempre affascinata e Percovich è molto brava a spiegare.

Apro e chiudo una parentesi, per aver detto quello che sostiene Luciana Percovich (prima ancora di sapere che una donna più studiata e preparata di me lo dicesse) sono stata offesa da una studiosa della Dea. Purtroppo, chi mi ha difesa non può proprio vederle “le sacerdotesse della Dea”. Per questo motivo, e per altri motivi, non frequento “i gruppi”. Non amo gli e le estremisti/estremiste, chi vede, percepisce e vive una sola realtà. Questo è il passaggio:

Come le cose siano veramente andate nel passato remoto credo che non sia possibile né ora né in futuro conoscerlo con certezza. Credo invece che guardandoci dentro, osservando ed interrogando le nostre emozioni e reazioni di fronte alle scoperte che ci porterà questa ricerca, cercando di immaginare l’inimmaginabile (perché tale è stato resto un passato stridente con la visione del mondo costruita dal patriarcato e consolidatasi nel corso di qualche millennio), potremo ritrovare un nuovo senso dello stare nel mondo…

Luciana Percovich da Oscure Madri Splendenti

Quando leggo un libro, non posso fare a meno di ampliare la ricerca.

Il libro di Judy Foster riprende in mano gli studi di Marja Gimbutas, di archeologi e di altri studiosi. E’ un vero e proprio viaggio all’interno della storia, attraverso comparazioni, ritrovamenti, scoperte, mentalità, culture. Dovrebbero leggerlo gli uomini, soprattutto gli archeologi.

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I meli di Avalon è uno spazio bellissimo* che mi riporta indietro di dieci anni, forse anche di più. I miei studi, in merito al ciclo arturiano, sono di stampo “letterario”. Mi affascina chi legge il mondo in modo diverso dal mio.

*Spazio che piacerebbe ad una mia ex amica (ho un armadio pieno di ex qualcosa, non fateci caso). Spero che lo legga. Certi luoghi, oltre ad essere apprezzati, hanno bisogno di essere amati.

https://imelidiavalon.blogspot.com/

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Il sito di Melania è qualcosa di spirituale, di intimo. Sebbene sia distante dal mio essere Animista (Io sono sanguigna, TERRA terra), ve lo consiglio. Per farvela facile, io sono una Foresta Nera, Mel è una Sacher (nell’altra vita ero una pasticcera)! Melania è una donna carina – prendetelo come il più bel complimento che si possa fare ad una persona -, intelligente, con un’anima piena di cose. Lo so, magari siete cristiani, atei, che ne so, induisti, ma che ve frega… la spiritualità è RESPIRO.

spondediboscomadre.com

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Avevo trovato questa bellissima immagine su Facebook, non conoscendo il greco sembrerebbe recente, di un artista di Santorini. Indagherò.

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Vi lascio la storia di una Santa incontrata a San Gimignano. E’ una storia dell’orrore, almeno per me.

https://www.valdelsa.net/notizia/santa-fina-la-vera-storia-della-patrona-di-san-gimignano-morta-piu-di-700-anni-fa

https://it.wikipedia.org/wiki/Fina_da_San_Gimignano

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Ed infine segnalo il bellissimo saggio di Monia Montechiarini. Di libri sulle streghe ne ho letti tanti, sono sincera, da quelli di Centini a Gatto Ghanu, da Ginzburg a Merlo, da Levack alla splendida De Angelis, passando per Leland, Michelet, Murray e finendo con Erika Maderna… Il libro di Montechiarini è chiaro, scorrevole, riprende in mano la storia della caccia alle streghe e le sue conseguenze, senza mai scivolare nell’ovvio o nel romanzato, cosa che accade di frequente quando si accostano le streghe alle donne, le streghe alle ostetriche, le streghe al culto della fertilità. Da leggere e rileggere.

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Le foto appartengono ai rispettivi proprietari.

Foto scattate da Simona Matarazzo

Post di Simona Matarazzo

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