Il racconto dell’ancella

… ogni qual volta mi danno del burro o anche della margherina, ne metto da parte un po’ (…). Mi spalmo il burro sulla faccia, cerco di farlo penetrare nella pelle. Non ci sono più lozioni per le mani o creme per il viso, non per noi. Sono considerate vanità. Noi siamo dei contenitori, è solo il dentro dei nostri corpi che è importante. L’esterno può indurirsi e divenire rugoso, come il guscio di una noce. E’ stata decretata dalle Mogli questa assenza di lozioni per le mani. Loro non vogliono che noi siamo attraenti. Per loro va già abbastanza male così.

Il mondo è devastato dalle radiazioni. Negli Stati Uniti vige un governo autoritario e dittatoriale, basato sul controllo delle nascite. Dilaga il fanatismo religioso e patriarcale. Le donne non hanno più valore. Il mondo femminile è composto da: le Marte che svolgono lavori servili; le Mogli dei comandanti; le Zie che vigilano sulle donne; le Ecomogli, appartenenti al ceto sociale più basso; le Nondonne, ossia le donne non fertili; le prostitute e le ancelle. Quest’ultime, in grado di procreare, vengono sfruttate dal regime per garantire la discendenza alle classi benestanti. Attraverso un rituale, chiamato Cerimonia, i Comandanti, “accompagnati” dalle Mogli, copulano con le Ancelle. Difred, la Ancella del Comandante Fred, ci accompagna in questo viaggio allucinante, dove tutto appare distante, eppure somiglia a qualcosa che è già accaduto o che potrebbe accadere.

La Cerimonia procede come al solito.

Giaccio supina, completamente vestita tranne che per le mutande, di sano cotone bianco. (…) Più su, verso la testata del letto, è distesa Serena Joy, con le gambe divaricate. Io giaccio tra di esse, la testa sullo stomaco, il suo osso pubico sotto la mia nuca, le sue cosce ai lati. Anche lei è completamente vestita. Tengo le braccia alzate, lei stringe le mie mani nelle sue, a significare che siamo un’unica carne, un unico essere. In realtà significa che è lei ad avere il controllo del processo e quindi del prodotto. Se ci sarà. Gli anelli che porta sulla mano sinistra mi tagliano le dita. Può darsi che sia o che non sia una vendetta. La gonna rossa mi viene tirata su fino alla vita, non più su però. Lì sotto il Comandante sta fottendo. Ciò che sta fottendo è la parte inferiore del mio corpo. Non dico fare l’amore, perché non è ciò che sta facendo. Anche copulare non è l’espressione esatta, perché indica la partecipazione di due persone mentre qui solamente uno di noi è coinvolto. Neanche parlare di stupro sarebbe giusto, perché non sta succedendo nulla che io non abbia sottoscritto. Non è che ci fosse molto da scegliere ma qualcosa sì, e io ho scelto.

Il libro di Margaret Atwood è una lettura forte, ipnotica, angosciante. Non è uno di quei romanzi in cui i protagonisti interagiscono tra loro in modo formale, naturale. Qui i dialoghi, i luoghi, perfino i ricordi, sono soffocati e claustrofobici. Paradossalmente la nascita di una bambina diviene motivo di gioia per le Ancelle.

Le Mogli sono qui per fare da testimoni al conferimento del nome. Sono le Mogli che scelgono il nome. “Angela” dice la Moglie del Comandante. “Angela, Angela” ripetono le Mogli, cinguettando. (…)

Siamo ritte tra Janine e il letto, perché lei non debba assistere alla scena. Qualcuno le dà un bicchiere di succo di pompelmo, spero che contenga anche del vino, sta ancora soffrendo per i dolori del dopo parto, piange disperatamente, convulse lacrime di sfinimento. Ciononostante noi siamo giubilanti, perché questa è una vittoria di tutte noi. Ce l’abbiamo fatta. Le sarà concesso di allattare la bambina per qualche mese, loro credono alla virtù del latte materno. Dopo verrà trasferita, per vedere se potrà ripetere la stessa cosa con qualche altro, ma non verrà mai inviata nelle Colonie, non verrà mai dichiarata Nondonna. E’ la sua ricompensa.

La serie televisiva, nonostante l’aggiunta di episodi e di scene drammatiche, è per certi versi più umana rispetto al libro. Il romanzo di Margaret Atwood è meno indulgente verso il prossimo, non consola, semmai fa riflettere. La società in cui vive Difred è priva di empatia.

La scrittrice, attraverso i ricordi della protagonista, ci fa capire che nulla avviene per caso: una serie di azioni conducono ad una reazione. Ad esempio, nel passato, la madre della protagonista è una femminista derisa dalla figlia e dal genero. Una civiltà che dimentica il passato è destinata a ripeterlo.

Non sapete quante ne abbiamo passate, solo per portarvi a dove siete. Guarda tuo marito che affetta le carote. Non sai quante donne, quanti corpi di donne, ci sono voluti per arrivare sin qui? Cucinare è il mio hobby, diceva Luke, mi piace. Non parlare di hobby, diceva mia madre. Non devi scusarti con me. Una volta se ti avessero visto in cucina, ti avrebbero ritenuto un finocchio. Via mamma, dicevo, non litighiamo per un’inezia. Un’inezia, ripeteva amara, un’inezia la definisci. Tu non capisci, vero, non capisci di che sto parlando.

Prima della dittatura, la società di Difred non era perfetta. Gli assassini e gli stupri erano all’ordine del giorno. In un mondo consumato da radiazioni e violenze, in cui le nascite sono un evento raro, le donne divengono “intoccabili”, quasi a giustificare la crudeltà, il maschilismo e il fanatismo religioso. Le donne, però, non hanno alcun potere, sono: serve, mogli, aguzzine, concubine, prostitute. E, come in tutte le società bigotte, le pulsioni sessuali devono essere tenute nascoste.

Atwood ci spinge a riflettere sul nostro passato, presente e futuro. Una dittatura, come quella de “Il racconto dell’ancella”, si fonda sull’ignoranza e la paura.

SimonaEmme

Fotografia e recensione di SimonaEmme

Citazioni da “Il racconto dell’Ancella” di Margaret Atwood

3 pensieri riguardo “Il racconto dell’ancella

  1. Mi ha colpita nel profondo, un pugno nello stomaco. Ammetto di non amare certe distopie nè lo stile della Atwood. Ho letto altri libri della stessa autrice ma non è mai scattata davvero quella scintilla che mi aspettavo.

    Piace a 1 persona

    1. Ho trovato “Il racconto dell’ancella” profondo, oltre che ben scritto. E a me piacciono i racconti distopici (Arancia meccanica, Fahrenheit 451, The Giver, La macchina del tempo, Non lasciarmi… Eccezioni a parte, i film sono pessimi).

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