Strega, streghina, il naso arriva al soffitto, le mammelle fino alla soglia, il moccio cola oltre la sponda, con la lingua scopa la fuliggine…”
Da “Le radici storiche dei racconti di magia” di Vladimir Ja. Propp
Strega o fata?

A detta di Vladimir Ja. Propp nel testo “Le radici storiche dei racconti di magia” (1946), nelle fiabe, soprattutto russe, si incontrano tre diversi tipi di strega: la prima, è la “donatrice”, che interroga l’eroe per poi donargli tesori o animali; la seconda, è la “rapitrice”, che tenta di cucinare i bambini; la terza è la maga combattiva. La strega è dotata di tutti i segni della maternità, e nel contempo non ha mai avuto una vita coniugale.
La strega è madre degli animali e della foresta, forse per questo motivo viene rappresentata come vecchia. Ella è già madre, ma soltanto madre e non sposa; il potere che ha sulla natura è sconfinato. In una fiaba nordica, come ci suggerisce Propp, la strega chiama a sé gli animali: “Ovunque siete, lupi grigi, correte e girate in cerchio nello stesso posto, scegliete tra voi quello più grande e capace di correre dietro a Ivan il principe…”. Qualche volta la strega ha potere anche sui venti, e in alcuni testi viene definita la madre di questo elemento, detentrice delle chiavi del sole. Propp, come molti studiosi, collega l’immagine materna della strega a fonti sociali antichissime: “… La madre è nello stesso tempo colei che ha il potere. Con la fine del matriarcato la donna viene privata del potere e le rimane soltanto la maternità, una delle tante funzioni sociali. Ma la donna madre-detentrice del potere, nel mito, si evolve in modo diverso: essa perde la maternità e conserva il potere sugli animali e dal momento che l’intera vita del cacciatore dipende dall’animale ella conserva il potere sulla vita e sulla morte dell’uomo…” (da “Le radici storiche dei racconti di magia” di Vladimir Ja. Propp, capitolo 10 La padrona della foresta). Lo studioso suggerisce che l’immagine del focolare nelle fiabe sia stato tramandato dal “maschio” alla strega, quindi le sono stati trasmessi tutte le caratteristiche che hanno correlazioni col focolare e con la cucina: la scopa spazzaforno, la ramazza, l’attizzatoio, il mortaio, il pestello. Le favole sono state ispirate dalla letteratura classica e traggono origine da antichi culti, come ad esempio Artemide, l’eterna vergine abitatrice dei boschi, sempre accompagnata da animali.
Alcuni capitoli tratta da una vecchia ricerca, scritta nel 2007, pubblicata e ritirata quasi subito nel 2009